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Channel: indoor – DolceVita
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La prima indoor non si scorda mai

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03Strain: Amnesia Haze, White Widow, Critical, Fruit Spirit

Seeds Bank: Royal Queen Seeds

Qualche mese fa ho deciso di avvicinarmi finalmente alla coltivazione indoor, organizzandomi per il mio primo ciclo di coltivazione con luce artificiale; ho riunito un po’ di materiale per iniziare con un setup già sufficiente, acquistando un growbox da 100x100x180cm, una lampada MH da 600W per la fase vegetativa, una HPS da 600W da utilizzare invece in fase di fioritura, un riflettore, un filtro per il sistema di estrazione dell’aria, un paio di ventilatori e alcuni vasi.
Dovendo partire da seme, ho scelto alcuni strain della Royal Queen Seeds che fossero interessanti ma non troppo lenti, optando per una Critical, una Fruit Spirit, una Amnesia Haze e una White Widow.

L’unico dubbio che ho avuto in fase di preparazione è stato relativo al substrato e la fertilizzazione appropriata. Essendo la prima esperienza indoor ho deciso di rimanere sul terriccio classico anziché provare substrati inerti o mix delle due cose. Alla fine ho deciso di orientarmi verso prodotti BioBizz e Plagron, vedendo che sono quelli utilizzati un po’ più spesso. Dopo un’attenta valutazione ho acquistato il terriccio Light-Mix della BioBizz, seguendo la tabella di fertilizzazione fornita dall’azienda stessa e affidandomi a tutta la sua linea di prodotti. Nel frattempo mi sono procurato anche gli ultimi pezzi del setup che mi mancavano: un termoigrometro, un umidificatore a ultrasuoni e un pH-meter.

2016-06-09 09.42.17 amSEMINA E CRESCITA
Dopo aver messo i semi in acqua per 24 ore, li ho seminati in vasetti biodegradabili riempiti di terriccio Light-Mix; in questa fase avrei anche potuto utilizzare i dischetti di germinazione Jiffy ma non avendo ancora molta esperienza ho preferito affidarmi a ciò che conosco meglio e che so controllare.

Il primo giorno ho avuto un problema con l’impianto elettrico causato da un paio di cavi scoperti e di contatti indesiderati, bruciando la lampada MH. Questo purtroppo ha ritardato un paio di giorni l’accensione della luce nella grow, obbligando le piante ad una germinazione sotto una lampada da scrivania; dopo alcuni giorni sono comunque emerse tutte e quattro le piantine, però quei 5-6 giorni sotto una fonte luminosa insufficiente ne hanno determinato uno stiramento notevole.
Nonostante la sostituzione della lampada e la revisione 2016-06-09 09.42.06 amdell’impianto da parte di un amico elettricista, ho avuto ancora problemi arrivando a bruciare tre lampade MH (probabilmente la colpa era dell’alimentatore magnetico) e finendo ad utilizzare provvisoriamente l’HPS da 600W per la fase vegetativa, questo ha però ha causato un forte aumento delle temperature e un abbassamento dell’umidità ambientale.
Alla fine, queste ed altre vicissitudini mi hanno fatto optare per l’acquisto di un pannello LED in società con un amico; la scelta è ricaduta su un modello Phytoled GX PRO da 300. Appena è arrivato il pannello LED ho risistemato le piantine avendo cura di interrare parte del gambo che aveva sofferto lo stiramento iniziale; non potendo ancora avvicinare il pannello, ho pensato di avvicinare le piante ai LED, arrivando a circa 15 cm dalla luce.

A dieci giorni dalla comparsa dei primi germogli, dopo un paio sotto ai LED, ho notato una generale ripresa della crescita normale, con la comparsa delle prime coppie di foglie e un rallentamento dell’eccessivo stiramento iniziale. La temperatura e l’umidità sono tornate a valori più accettabili, 27ºC e il 70% di umidità; nel frattempo ho continuato ad irrigare con sola acqua decantata con pH controllato (6.5).

Purtroppo il timore di eccedere nell’irrigazione mi ha portato all’estremo opposto rischiando di ucciderle per carenza di acqua. Dopo un primo momento di sconforto che mi ha fatto valutare se ricominciare il ciclo con nuovi semi, ho deciso di dare una seconda possibilità alle piante cercando di salvarle. In seguito ad un ciclo di irrigazioni abbondanti sono riuscito a recuperare solo l’Amnesia Haze e la White Widow, dovendo rinunciare alla Critical e alla Fruit Spirit ormai morte.

Dopo una settimana travagliata sono riuscito a stabilizzare la situazione delle due piante rimaste, le ho travasate in vasi da 14 litri e ho deciso mantenerle in fase vegetativa più a lungo, procedendo con potature controllate per ottenere uno sviluppo aereo più folto. Tutto questo in considerazione del fatto che utilizzando solo 300W LED anziché i 600 inizialmente calcolati per l’HPS, ho potuto allungare i tempi di vegetazione senza ritrovarmi con una bolletta troppo alta, pur dovendo rinunciare alla maggiore produzione.

Il resto della vegetativa è proseguito senza grossi intoppi, ho iniziato prima a somministrare settimanalmente Root Juice e Bio Heaven, e dalla quarta settimana ho iniziato le fertirrigazioni regolari con Bio Grow e Alg-A-Mic; ho alzato la luce a circa 30 cm dalle foglie più alte e ho mantenuto il fotoperiodo a 18/6 durante il resto della fase vegetativa.

2016-06-09 09.42.17 amFIORITURA
Dopo aver prolungato di oltre un mese la fase di crescita vegetativa, raggiungendo un’altezza di circa 50 cm per entrambe le piante, ho deciso finalmente di procedere con il cambio di fotoperiodo per iniziare la fase di fioritura. Dopo un paio di settimane di transizione le piante hanno iniziato a mostrare i primi prefiori, ho allora impostato i timer della ventilazione a cicli di 15 minuti ogni ora, riuscendo a mantenere la temperatura entro i 26ºC e l’umidità al 55%.

Nel frattempo ho distanziato maggiormente la lampada dalle piante (la luce LED tende a limitare lo sviluppo verticale favorendo gli internodi) procedendo anche con una pulizia dei getti secondari e con una serie di legature a cui le piante hanno risposto abbastanza bene, migliorando notevolmente la struttura aerea. In particolare l’Amnesia, avendo ereditato una struttura longilinea tipica 2016-06-09 09.42.29 amdegli strain sativi, ha beneficiato maggiormente di tutti questi accorgimenti arrivando ai 70 cm di altezza già alla terza settimana di fioritura.

Nel frattempo ho mantenuto l’irrigazione a 500ml per pianta ogni due giorni, che può sembrare molto poco per delle piante in fioritura, ma va considerato che i pannelli LED seccano meno il substrato rispetto alle HPS esiste il rischio di far marcire le radici.

Seguendo la tabella di fertirrigazione della BioBizz, ho sostituito il Bio Grow con il Bio Bloom da fioritura, integrandolo con il Top Max e l’Alg-A-Mic.

A parte qualche problema con l’accumulo di sali sul fondo dei vasi, risolto con un lavaggio radicale da 25 litri di acqua demineralizzata durante la quinta settimana, il resto della fioritura è proseguita senza grossi problemi. Alla sesta settimana ho sostituito i LED con l’HPS da 600W acquistata inizialmente, questo per aumentare il metabolismo della pianta e dare un “boost” durante la maturazione; purtroppo dopo solo 7 giorni ho dovuto rimontare i LED perché i 600W dell’HPS mi causavano continui sbalzi elettrici nell’impianto di casa.

Le ultime settimane ho irrigato con sola acqua per ripulire le radici dagli accumuli di nutrienti in eccesso e, arrivate rispettivamente a 9 settimane (White Widow) e 11 settimane (Amnesia Haze) di fioritura, ho proceduto con i tagli e la pulizia delle cime per prepararle alla concia.

2016-06-09 09.57.42 amCONCIA
La White Widow alla fine non ha prodotto molto ma considerando ciò che ha passato durante questo mio primo ciclo indoor non mi posso lamentare;
in ogni caso la qualità mi è sembrata molto più alta di quanto mi aspettassi, sviluppando durante la concia un aroma di agrumi molto intenso, tendente quasi all’amarena.

L’Amnesia Haze ha prodotto di più sviluppando un aroma forte simile al pino ma non intenso quanto il profumo della Widow. Rilassante per il corpo e una buona cura per la mente!

Ne approfitto per ringraziare tutto il forum per l’aiuto e il supporto che ho ricevuto fin dall’inizio di questo mio primo ciclo, iniziato in modo disastroso ma terminato con una grande soddisfazione.

Ho ricevuto molti consigli preziosi che applicherò fin da subito con la nuova coltivazione!

a cura di Votto – tratto dal forum di www.enjoint.com

 

ATTENZIONE: LE INFORMAZIONI CONTENUTE IN QUESTO ARTICOLO NON INTENDONO IN ALCUN MODO ISTIGARE INDURRE OD ESORTARE L’ATTUAZIONE DI CONDOTTE VIETATE DALLA LEGGE VIGENTE. RICORDIAMO AI LETTORI CHE IL POSSESSO E LA COLTIVAZIONE DI CANNABIS AD ALTO CONTENUTO DI THC SONO VIETATE, SALVO SPECIFICA AUTORIZZAZIONE. È CONSENTITA LA COLTIVAZIONE DI ALCUNE VARIETÀ DI CANNABIS SATIVA AI SENSI DEL REGOLAMENTO CE 1251/1999 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI. LE INFORMAZIONI CONTENUTE SONO DA INTENDERSI ESCLUSIVAMENTE AI FINI DI UNA PIÙ COMPLETA CULTURA GENERALE. L’AUTORE E LA REDAZIONE NON SI ASSUMONO NESSUNA RESPONSABILITÀ PER UN USO IMPROPRIO E ILLEGALE DELLE INFORMAZIONI.

My Sweet Garden

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2016-08-31 11.32.33 amStrain: Double White, Cream Caramel, Killer Kush, S.A.D., Jack 47 e OG#18
Seeds Bank: Sweet Seeds, DNA Genetics- Reserva Privada

Hola growers! Quest’ultimo anno è stato per me un periodo di grandi cambiamenti e novità rispetto alla coltivazione indoor. Ho cambiato zona, ampliato gli spazi dedicati alla coltivazione e ho potuto approfondire diversi aspetti che prima mi erano quasi ignoti, soprattutto riguardo la lotta ai parassiti.
Ho anche avuto occasione di coltivare numerosi strain 2016-08-31 11.32.50 amdiversi, alcuni dei quali molto interessanti come la BlueBerry di Dutch Passion, la Chemdawg#4 di Humboldt Seed, la MK-Tonic oppure la P.C.K.Tonic (Pakistan Chitral Kush X ChocoTonic) di Noreason Genetics.
Nonostante la mia naturale propensione a lasciare incompiuti i miei lavori, ho deciso di tornare a condividere con tutti le mie esperienze di coltivazione.

SETUP
Growbox:
120x90x145
Riflettore: Philips D-Papillon 315w Green Power
Immissione aria: Ventilatore elicoidale da 125mm
Estrazione aria: Ventilatore centrifugo Vents VK da 125mm con filtro ai carboni attivi
Vasi: 1,2- 3,6 e 6,5 litri
Fertilizzanti: Linea completa Atami e CaMg-Boost di Aptus
Substrato: Terriccio BioBizz
Umidificatore, ventilatori ecc.

2016-08-31 11.33.28 amQuest’ultimo ciclo di piante da seme era composto per la quasi totalità da strain selezionati della Sweet Seeds: Double White, Cream Caramel, Killer Kush, S.A.D. e Jack 47. A cui ho aggiunto le mie solite OG#18 di Reserva Privada (DNA Genetics).

CRESCITA
Durante i primi 15 giorni di vita in vasetti da 1,2 litri, le piante ne hanno passate di tutti i colori. Nella prima growbox, sotto lampada MH da 150W, sono state attaccate pesantemente dai tripidi, ho cercato di trattare l’infestazione con un estratto di Neem ma senza sortire quasi effetto; seguendo quindi il consiglio del negoziante ho provato a passare al piretro facendo una passata di insetticida a luci spente (per evitare che una rapida evaporazione non lasci 2016-08-31 11.33.45 amtempo di agire) approfittandone per sostituire la lampada con un MH da 250W.
Il giorno successivo al trattamento col piretro ho però notato diversi segni di bruciatura sulle foglie, oltre a rilevare un notevole aumento delle temperature durante la fase di luce.
Ho allora preparato la growbox definitiva e montato il riflettore nuovo, ho spostato le piante più piccole in un’altra box per continuare a vegetare e, nel frattempo, ho ordinato l’insetticida Success della linea Bayer Garden per trattare definitivamente il problema dei tripidi.

Come riflettore ho deciso di provare il D-Papillon da 315W della Philips invece della lampada da 400W che tenevo 2016-08-31 11.34.04 amprima montata in questa growbox, questo per aumentare la copertura della luce riuscendo però a tenere sotto controllo le temperature; una lampada da 600W probabilmente avrebbe incrementato ancora di più la resa finale, ma con soli 145cm di spazio verticale (e un volume totale pari alla metà di una growbox normale), il calore generato sarebbe stato molto difficile da gestire anche con un estrattore più potente.

Prima di acquistare il sistema D-Papillon ho avuto uno scambio di opinioni con altri grower riguardo la sua efficacia. Sostanzialmente, il fatto di avere una struttura convessa 2016-08-31 11.34.26 am(anziché concava come la quasi totalità dei riflettori) crea degli “spot” laterali che alcuni grower giudicano poco efficienti a causa della dispersione luminosa. Avendo però trovato una buonissima occasione d’acquisto, ho deciso di mettere alla prova personalmente questo tipo di riflettori.
Purtroppo, non possedendo strumenti di rilevazione adeguati, le uniche prove che ho potuto fare sono state “ad occhio”, ma comunque ho notato una crescita molto uniforme della parte aerea, anche dei rami laterali che normalmente si sviluppano meno delle apicali e delle cime perpendicolari alla lampada. Direi che si è rivelata la scelta ottimale per 2016-08-31 11.34.39 amcoltivare in uno spazio alto solamente 145cm, permettendomi ti tenere il riflettore a 20cm dalle cime senza superare mai i 27°C, favorendo la formazione di resina.

Dopo l’ultimo trattamento con insetticida (0,5-1 ml/litro) ho iniziato a fertirrigare leggermente con metà della dose indicata dal produttore. Il resto della crescita vegetativa è proceduta senza ulteriori imprevisti, a parte una leggerissima overfertilizzazione causata da un terriccio probabilmente troppo carico per la fase di crescita.
Rispetto al previsto, ho deciso di ritardare la fioritura di una settimana, permettendo alle piante di riprendersi e 2016-08-31 11.34.57 amcolonizzare bene tutti gli spazi prima dello stiramento finale.

FIORITURA
Dopo circa un mese di crescita ho proceduto con il cambio di fotoperiodo e l’inizio della fioritura. Ho iniziato a somministrare 0,5ml/l di Terra Leaves anche per recuperare una leggera carenza di Azoto che si è manifestata in una delle piante.
Nel frattempo ho spostato le piante più giovani in una box da 60×60 per provare un’illuminazione a LED. Ho preso un pannello con 4 COB da un utente del forum per vedere come si comporta, anche se sinceramente non è un sistema che mi entusiasma, principalmente per il tempo che ci mette ad asciugare l’acqua dalla terra, che rimane bagnata durante svariati giorni anche con un’irrigazione minima.

Dopo due settimane dal passaggio al fotoperiodo 12/12 i fiori hanno iniziato a formarsi su tutte le piante; nonostante i diversi strain coinvolti, i prefiori sono comparsi quasi contemporaneamente su tutte le piante in tempi relativamente brevi. Ho mantenuto l’irrigazione ogni tre giorni e ho provato a montare una rete (smontata dopo poco) per allargare le cime in modo uniforme. Solo una OG#18 si è allungata più delle altre e quando ha iniziato a piegarsi per la formazione di fiori, ho rimontato la rete e rialzato le piante tutte allo stesso livello.
Ho alzato leggermente il riflettore portandolo a 25cm dalle cime, approfittandone per collegare il filtro ai carboni attivi al sistema d’estrazione. Nel frattempo ho aumentato la frequenza delle irrigazioni, irrigando ogni due giorni con 7,5 litri d’acqua divisi per 9 vasi, alternando sola acqua e una soluzione con 2ml/l di Terra Max; a questo regime di fertirrigazione ho poi iniziato ad aggiungere una volta a settimana 0,5 ml/l di CaMg-Boost. Dopo il primo mese di fioritura ho iniziato a somministrare anche il Bloombastic.

A 50 giorni dallo switch (7 settimane di fioritura) per alcune piante è iniziata la fase di scarico degli elementi; le prime a terminare la maturazione sono state le indiche Killer Kush, mentre la maturazione delle altre si è prolungata ancora durante due (Cream Caramel) o tre settimane (OG, White). Questa volta ho dilatato un po’ i tempi rispetto all’ultimo ciclo e le cime sono risultate più cariche di fiori e resina.

Per la fertirrigazione ho seguito alla lettera la tabella Atami ed effettivamente non ho quasi avuto problemi di carenze o blocchi; le foglie basse si sono scaricate bene e in generale mi sembra che con il D-Papillon le piante abbiano assorbito più nutrienti che con l’HPS da 400W. Comunque, coltivando da seme è difficile poter fare dei paragoni affidabili perché ogni pianta nasce con un profilo genetico leggermente diverso e ci sarebbero troppe variabili da tenere in considerazione per valutare il consumo di elementi.

CONCIA
Con 60 giorni di fioritura ho tagliato le Killer Kush già mature, le Double White hanno invece avuto bisogno di due settimane aggiuntive, mentre le OG#18 e le Cream Caramel hanno necessitato più di 80 giorni di fioritura per raggiungere la piena maturazione.
Il setup andrebbe migliorato, la qualità finale dei fiori mi ha soddisfatto e le cime sono belle dure e cariche di resina, però so che utilizzando vasi da 11 litri avrei un incremento del 40% nella resa rispetto ai vasi da 6,5 litri. I vasi piccoli si gestiscono bene ma sono convinto che 9 piante in un metro quadrato siano troppo poche. Penso che ottimizzando il setup non sia utopico raccogliere il doppio.
Sicuramente posso dire che questo è stato il mio ultimo ciclo con terriccio. Sto pensando di ritornare all’idroponica dopo 10 anni dal primo ciclo; il cocco mi incuriosisce, potrebbe essere la giusta via di mezzo tra la terra e i substrati inerti, in ogni caso voglio un sistema di irrigazione automatizzato.
Insomma, adesso ho molte idee per la testa riguardo il prossimo ciclo idroponico, mi sono rotto di stare con le mani nella terra!

Growers community: www.enjoint.com

ATTENZIONE: LE INFORMAZIONI CONTENUTE IN QUESTO ARTICOLO NON INTENDONO IN ALCUN MODO ISTIGARE INDURRE OD ESORTARE L’ATTUAZIONE DI CONDOTTE VIETATE DALLA LEGGE VIGENTE. RICORDIAMO AI LETTORI CHE IL POSSESSO E LA COLTIVAZIONE DI CANNABIS AD ALTO CONTENUTO DI THC SONO VIETATE, SALVO SPECIFICA AUTORIZZAZIONE. È CONSENTITA LA COLTIVAZIONE DI ALCUNE VARIETÀ DI CANNABIS SATIVA AI SENSI DEL REGOLAMENTO CE 1251/1999 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI. LE INFORMAZIONI CONTENUTE SONO DA INTENDERSI ESCLUSIVAMENTE AI FINI DI UNA PIÙ COMPLETA CULTURA GENERALE. L’AUTORE E LA REDAZIONE NON SI ASSUMONO NESSUNA RESPONSABILITÀ PER UN USO IMPROPRIO E ILLEGALE DELLE INFORMAZIONI.

BLACK D.O.G.: Sapore e dimensioni eccezionali dalla California

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Humboldt Seed Organization si sta facendo un nome nel mercato della cannabis per possedere alcune delle migliori genetiche del momento. Oltre a meraviglie come la Blue Dream, i ragazzi di Humboldt Seeds hanno sviluppato questa straordinaria Black D.O.G., una varietà femminizzata nota per sapore e bellezza, così come per l’incredibile altezza che è in grado di raggiungere.

Questa genetica deriva dalla combinazione di tre varietà classiche ritenute le migliori dell’Emerald Triangle durante oltre due decenni. Il risultato dell’incrocio tra una Blackberry Kush e una F2 Emerald Headband maschile (Emerald OG x California Sour Diesel), non poteva essere altro che una meravigliosa manifestazione di colori, odori e dimensioni, unica nel mondo della cannabis al giorno d’oggi.

Questa rigorosa selezione F1 è stata svolta da Bio-vortex, il coltivatore e allevatore di Humboldt Seeds Organization più bravo in questioni “bio”. Con molti anni di esperienza nel settore, lui ha fatto parte del processo di creazione e sviluppo di moltissimi metodi sostenibili che si basano sulla conservazione della salute della terra e dell’acqua un punto indispensabile. La sua determinazione nell’ottenere dei prodotti di qualità tramite la coltivazione organica si riflette nel modo in cui prepara il terriccio ricco di nutrimenti. Aumentare la consapevolezza del pubblico mostrando i risultati ottenuti è un modo meraviglioso per migliorare la relazione con la pianta e la terra.

La Black D.O.G. comincia con una crescita molto vigorosa, accompagnata da uno sviluppo di radici ugualmente aggressivo, il che accelera l’inizio del ciclo di fioritura. L’ampio spazio tra le foglie permette che la luce raggiunga ogni centimetro della pianta, incoraggiando così lo sviluppo di cime.

NOTE DI UVA, PINO E BACCHE
Indoor le piante arrivano a crescere di circa il 30%. Di conseguenza, i germogli compaiono molto velocemente. Siccome la Black D.O.G. è solitamente pronta in soli 50-57 giorni, le cime più grandi cominciano a svilupparsi durante la quinta settimana. Questa genetica è nota per i colori porpora che coprono il suo corpo, per le ingenti quantità di resina che produce, per la sua resistenza alle malattie così come per l’inconfondibile profumo che possiede. Outdoor, invece, la varietà Black D.O.G è pronta da raccogliere dall’ultima settimana di settembre alla prima di ottobre, e raggiunge un’altezza di 3-4 metri.

Note di uva, pino e bacche sono accompagnate da un profumo intenso ereditato da suo padre Headband. L’effetto, a predominanza Indica, inizialmente è assai cerebrale ma diventa più rilassante e fisico col passare del tempo, fino al punto da inchiodarti sul divano.

Se vuoi conoscere tutti i dettagli su questa e altre varietà di Humboldt Seed Organization, non esitare a visitare il sito www.humboldtseeds.net.

 

Humboldt Seeds Team

Vi portiamo dentro un dispensario dell’Oregon ad un anno dalla legalizzazione

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Per comprare cannabis in Oregon basta mostrare la propria patente ed essere registrati nel sistema. Dopo questa semplice operazione qualunque maggiorenne può acquistare infiorescenze di cannabis coltivata in outdoor (la maggior parte delle coltivazioni dello Stato è in esterni) o indoor, ma anche estratti di vario tipo e concentrazione, prodotti da mangiare che spaziano dalle space cake ai pop corn, tinture, creme, prodotti topici. Insomma, praticamente qualsiasi derivato della pianta per uso umano, compresi tutti i prodotti ad alto livello di CBD.

Abbiamo avuto l’occasione di passare qualche giorno nel Paese e siamo andati a trovare i ragazzi del Talent Health Club, il dispensario della città di Talent nella contea di Jackson.
Jamin Giersbach, il titolare del dispensario, ci ha confermato come la legalizzazione nel Paese sia più user friendly rispetto al modello ad esempio adottato a Washington. Questo perché la legalizzazione di Washingoton ha portato alla quasi scomparsa del settore della cannabis medicale, con l’abbandono dei prezzi calmierati per i pazienti o l’eliminazione della possibilità di rifornirsi direttamente dai produttori. Il risultato è che i pazienti dello Stato oggi si trovano in difficoltà anche perché il settore è stato completamente monopolizzato da poche grandi aziende che detengono il controllo di tutto il settore: dalla produzione alla vendita finale.

In Oregon invece hanno scelto un modello diverso, mantenendo la cannabis medica separata da quella ricreativa – tanto che in alcuni dispensari si accede in due stanze separate – e coinvolgendo davvero i cittadini: il risultato è che la maggior parte delle farm e dei dispensari sono piccole realtà gestite in modo familiare, che permettono che i frutti della legalizzazione rimangano sul territorio oltre al fatto che la gente si sente davvero coinvolta nel processo.

 

 

Torride estati

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2016-11-14-10-37-49-am

Strain: ChocoTonic F1
Seed Bank: Noreason Genetics

Un problema comune a quasi tutti i grower specializzati nell’indoor, soprattutto nell’entroterra mediterraneo, è quello dei cicli di coltivazione che coincidono con i mesi più caldi dell’anno. Nel periodo compreso tra maggio e settembre spesso diventa difficile riuscire a mantenere delle condizioni di temperatura ed umidità accettabili all’interno delle zone di coltivazione; ciò che spesso si ottiene sono fioriture molto lunghe, piante stressate dell’eccessiva traspirazione fogliare, fiori con calici piccoli e cime poco compatte. Molte volte l’unica alternativa rimane spegnere le lampade e affidarsi all’outdoor in terrazza, aspettando l’abbassamento delle temperature con l’avvio dell’autunno. Questa soluzione ovviamente può rappresentare un problema per chi coltiva a ciclo continuo durante tutto l’anno perché significa tenere inattivo l’indoor durante un paio di fioriture e quindi rinunciare a due raccolti nell’arco dei 12 mesi.

2016-11-14-10-38-37-amQuest’anno però ho avuto la fortuna conoscere un grower esperto con cui discutere di questo aspetto e con cui sperimentare possibili soluzioni al problema dell’indoor estivo, arrivando non solo a “sopravvivere” alla stagione calda, ma anche ad ottimizzare al massimo la produzione riducendo al minimo lo stress per le piante.

IL SISTEMA
Quelli che vengono definiti “problemi delle temperature” in realtà sono per la maggior parte un solo grande problema che è la sofferenza dell’apparato radicale: se le radici soffrono carenze o eccessi d’acqua e di temperatura, tutta la pianta soffre. Ha poco senso iniziare a preoccuparsi per la parte aerea delle piante, magari per qualche macchia sulle foglie, se prima non si pensa a come offrire alle radici le migliori condizioni di acqua-ossigeno-temperatura per prosperare (questo vale nell’indoor come nell’outdoor in vaso).

Il primo aspetto analizzato con l’amico grower è stato il tipo di substrato e di sistema che meglio avrebbe permesso di affrontare i problemi dell’estate. La terra è stata subito scartata per le caratteristiche di drenaggio e scambio termico che genera in condizioni di calore eccessivo, mentre il cocco è stato scartato perché avrebbe necessitato di troppi controlli e attenzioni rispetto alla frequenza e all’intensità dell’irrigazione. Il rockwool è stato preso in considerazione solo per la fase di radicazione delle talee, in cui avere un substrato che trattenga molta acqua è utile, mentre per le fasi di crescita vegetativa e fioritura abbiamo valutato che la scelta migliore sarebbe stata l’utilizzo di argilla espansa, in grado di drenare velocemente l’acqua e offrire spazi più areati allo sviluppo delle radici.

2016-11-14-10-41-13-amIl secondo aspetto discusso tra di noi è stato quindi relativo al tipo di sistema idroponico da utilizzare: i sistemi DWC e RDWC, con le radici completamente immerse nell’acqua, nel tempo si sono rivelati ottimi anche in climi caldi perché, mantenendo le radici sempre immerse nella soluzione nutritiva, le piante riescono a trarre beneficio anche quando la traspirazione fogliare aumenta molto a causa della temperatura ambientale. Questi però sono sistemi che come gli acquari dipendono 2016-11-14-10-41-47-amtotalmente dalla continua ossigenazione dell’acqua attraverso l’uso di pompe e pietre porose, che può diventare un problema quando arriva l’estate: quanto maggiore è la temperatura dell’acqua, minore è la concentrazione di ossigeno.

Se l’acqua si scalda troppo la quantità di ossigeno disciolto diventa insufficiente a mantenere in salute il sistema, si crea un “brodo” ideale per la proliferazione di batteri anaerobici che in poco tempo uccidono le radici (il crollo del pH della soluzione nutritiva può essere un sintomo della comparsa di questi batteri).
L’unica soluzione in questi casi sarebbe l’acquisto di un chiller (refrigeratore) per acquari, che raffreddi continuamente la soluzione per mantenere la temperatura costante e garantire la corretta ossigenazione del sistema. Purtroppo però, anche nelle versioni minori, si tratta di soluzioni abbastanza costose e dal consumo elettrico non troppo contenuto.

Dopo una lunga valutazione abbiamo deciso di optare per un sistema a ricircolo con vassoio, simile ai sistemi NFT, caratterizzato però dall’assenza di coperture e dall’irrigazione dei vasi sempre dalla parte alta con una portata d’acqua abbondante, di almeno 30 litri ogni ora per pianta, scandita da cicli di 15 minuti di flusso e 15 minuti di drenaggio. Il motivo di questa scelta deriva dall’intuizione dell’amico grower sullo scambio termico e l’ossigenazione che avrebbe avuto questo sistema nelle condizioni di caldo e secco della zona in cui vivo. L’abbondante irrigazione dall’alto infatti aiuta molto a dissipare il calore dell’argilla espansa e di tutta la zona radicale, mentre la rapida fase di drenaggio permette poi alle radici di ottenere tutto l’ossigeno atmosferico che necessitano.

2016-11-14-10-44-15-am

Questo, sommato all’effetto cascata di tutto il circuito e allo scambio termico dell’acqua durante lo scorrimento su tutte le superfici esposte all’aria, fondamentalmente ci ha permesso di rinunciare sia al chiller per raffreddare il deposito della soluzione nutritiva, che alla pompa dell’aria perché fondamentalmente avrebbe immesso l’aria calda nell’acqua scaldandola ancora di più.

Oltre a ciò, questo sistema ci ha permesso di effettuare spostamenti, modifiche e cambi con molta più facilità, potendo spostare liberamente i vasi sul vassoio e potendo intervenire sul deposito; in questo modo lo spreco d’acqua e di fertilizzante si riduce molto ad ogni cambio della soluzione nutritiva, arrivando anche ad 1/10 di quello di un sistema DWC equivalente.

Un altro importante accorgimento per il controllo delle temperature è stato l’adozione di riflettori chiusi raffreddati tipo sputnik e la scelta di non preoccuparsi più della distanza delle lampade dalle piante, quanto piuttosto del fatto che l’illuminazione complessiva fosse sufficiente e il più possibile omogenea per tutte le piante, cercando di evitare la creazione di spot luminosi troppo concentrati che a volte portano alla perdita di clorofilla e allo sbiancamento delle cime.

2016-11-14-10-44-40-amSETUP

- EC meter (importantissimo) e pH meter
– Growbox double 240x120x200
– 2 Ballast digitali dimmerabili Sonlight e Lumatek
– Lampade HPS da 600W
– 2 vassoi 100×100 per sistemi NFT
– Pompa da acquario da circa 1000 L/h
– 8 vasi da 6,5 litri
– Fertilizzanti Canna Aqua A+B (vega e flo)
2016-11-14-10-44-59-am– PH Down Advanced Hydroponics
– Serbatoio per l’acqua
– Tubi e raccordi (⌀ min. 10mm)
– Estrattore, tubi e ventilatori

IL CICLO
Per questo ciclo sperimentale abbiamo optato per uno strain già provato in altri sistemi sia idroponici che normali, in modo da avere un riscontro più oggettivo sul comportamento del sistema, con dei cloni provenienti da una madre F1 di ChocoTonic precedentemente selezionata.

I cloni sono stati messi in cubetti di rockwool immersi prima in una soluzione nutritiva ad EC 1.0 e poi alleggeriti dall’acqua in eccesso; sono stati messi a radicare in una piccola serra per talee sotto a luci fluorescenti durante circa 10 giorni, per poi essere travasati in bicchieri di plastica trasparente riempiti di argilla espansa precedentemente lavata molto bene. Qui sono stati lasciati crescere, in un piccolo growbox dedicato solo alla fase vegetativa, con fotoperiodo di 18/6 durante circa due settimane, irrigando a mano con acqua del rubinetto e Canna Aqua A+B (vega) mantenendo sempre l’EC non superiore ad 1.

Dopo due settimane le piantine sono state travasate in vasi da 6,5 litri, sempre riempiti con argilla espansa, e spostate nel growbox da fioritura, dove hanno proseguito con la crescita vegetativa con 18 ore di luce sotto lampade da 400W un’altra settimana circa. Trascorso questo periodo abbiamo effettuato il cambio di fotoperiodo, passando al 12/12 per iniziare ad indurre la fioritura della pianta.

A livello di fertilizzazione in fioritura non è cambiato molto, abbiamo sostituito i fertilizzanti vega con quelli flo (sempre Canna A+B) e iniziato ad aumentare gradualmente l’EC portandolo intorno ad 1.2 e cercando di mantenere il pH tra 5.5 e 6.5.

2016-11-14-10-49-30-amOgni 7-10 giorni è stato fatto un cambio generale della soluzione, mentre per il rabbocco giornaliero del deposito abbiamo deciso di mantenere sempre poca acqua in ricircolo nel sistema, aggiungendo acqua fredda (di frigorifero) e fertilizzanti ogni giorno, in modo che la soluzione nutritiva si rinnovasse spesso evitando così l’accumulo di sali, le formazioni di composti inaspettati, e offrire nutrienti sempre “freschi” alle radici.

Quando le piante hanno iniziato a mettere prefiori abbiamo portato la potenza delle lampade a 600W, riservando il SuperLumen solo per la fine della fioritura per evitare di scaldare troppo il box; abbiamo iniziato ad aumentare ancora la fertilizzazione portando l’EC tra 1.3 e 1.5, con pH sempre più o meno a 6, e mantenendo questo regime durante tutta la fioritura.

Quando le cime hanno iniziato a riempirsi di resina e ad essere troppo grandi per sostenere il proprio peso, abbiamo dovuto procedere con un paio di crop e alcune legature per evitare il collasso delle piante, ma non avendo ancora acquistato la rete elastica abbiamo dovuto adattarci con del filo di ferro trovato in casa.

Il resto della fioritura è proceduto senza grossi problemi e più o meno dopo 70 giorni dal cambio di fotoperiodo le piante hanno raggiunto la maturazione desiderata; abbiamo quindi proceduto con il taglio, con la pulizia di tutte le cime e la preparazione per la secca sulle reti. Trascorsa meno di una settimana sulle reti (grazie al clima secco) è stato messo tutto sottovuoto e riposto al buio.

2016-11-14-10-47-45-am

VALUTAZIONI
L’esperimento è sicuramente andato a buon fine, tanto da decidere di adottare questo sistema di coltivazione anche durante il resto dell’anno per la facilità estrema con cui si riesce a lavorare.

La qualità dello strain scelto si è rivelata spettacolare, con un forte aroma tra il diesel e il mandarino, moltissima resina, cime abbastanza compatte e maturazione abbastanza uniforme anche nei fiori più bassi. Un ottimo strain con cui continuare a sperimentare anche in futuro.
Da questo ciclo ho imparato molto, condividere idee ed esperienze con altri grower credo sia fondamentale per evolvere come coltivatori.

Un ringraziamento speciale al Collettivo Underground Budtenders.

Sex, Drugs & Burger King

a cura di Madman
tratto dal forum di enjoint.com

ATTENZIONE: LE INFORMAZIONI CONTENUTE IN QUESTO ARTICOLO NON INTENDONO IN ALCUN MODO ISTIGARE INDURRE OD ESORTARE L’ATTUAZIONE DI CONDOTTE VIETATE DALLA LEGGE VIGENTE. RICORDIAMO AI LETTORI CHE IL POSSESSO E LA COLTIVAZIONE DI CANNABIS AD ALTO CONTENUTO DI THC SONO VIETATE, SALVO SPECIFICA AUTORIZZAZIONE. È CONSENTITA LA COLTIVAZIONE DI ALCUNE VARIETÀ DI CANNABIS SATIVA AI SENSI DEL REGOLAMENTO CE 1251/1999 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI. LE INFORMAZIONI CONTENUTE SONO DA INTENDERSI ESCLUSIVAMENTE AI FINI DI UNA PIÙ COMPLETA CULTURA GENERALE. L’AUTORE E LA REDAZIONE NON SI ASSUMONO NESSUNA RESPONSABILITÀ PER UN USO IMPROPRIO E ILLEGALE DELLE INFORMAZIONI.

Bubba’s Gift: un fortunato imprevisto ricco di sapori

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La Bubba’s Gift è una varietà che presenta, senza dubbio, uno dei sapori più speciali di tutto il catalogo Humboldt Seeds Organization. Sentori di ananas, frutti tropicali e diesel si combinano in questo incrocio nato per caso nel 2008 e mantenuto segreto dalla banca semi americana che la considera una delle sue migliori genetiche.

Questa varietà è nata quando una Bubba Kush maschio venne posta in una sala piena in parti uguali di Bubba Kush e di una varietà indica di color porpora, God’s Gift. Dopo una breve e accurata selezione e stabilizzazione, i breeders di Humboldt Seeds hanno elaborato una gioia senza tempo che, attualmente, è una delle varietà più richieste. Bubba’s Gift si distingue per la fioritura corta, il sapore meraviglioso e per il suo incredibile aspetto.

Per quanto riguarda il metodo di coltivazione, la sua fase vegetativa parte lentamente per poi accelerare durante le prime due settimane. Sebbene sia una pianta corpulenta e compatta per natura, questo fenotipo a predominanza indica dispone di un buono spazio interfogliare, permettendo così la penetrazione della luce nella fase finale della fioritura. Grazie alla sua struttura forte e robusta, le cime si sviluppano fino a fine ciclo senza bisogno di grossi supporti.

Durante la breve fase di fioritura sviluppa dei pistilli voluminosi alla base del tronco. Le tonalità rosso-violacee ricoperte di resina coronano ed ingrandiscono le grandi cime che, sorprendentemente maturano in solo 48 giorni. L’apporto nutrizionale non è elevato e si mantiene tra 1,3 e 1,6 di EC. I raccolti non sono particolarmente abbondanti, ma vengono compensate con  l’alta qualità dei fiori che superano di gran lunga la maggior parte delle varietà che il mercato attuale offre, specialmente quelle che hanno cicli di durata simile.

Coltivata in esteriore la Bubba’s Gift può sembrare difficile ma basta considerare che ha un breve periodo di fioritura. È necessario quindi metterla fuori tra la fine di maggio e i primi di giugno. In questo modo si eviterà un sviluppo prematuro. Se le condizioni di coltivazione sono adeguate la pianta di solito matura all’inizio di settembre.

Sicuramente il motivo per il quale la Bubba’s Gift si distingue è per il suo aroma. Le spiccate note floreali e tropicali dominanti vengono accentuate dai sentori di ananas e dai toni sottili di benzina e spezie. Il suo profumo induce chiunque a sottoporla ad un intenso esame olfattivo.
Per non destare tutto il vicinato è raccomandato usare filtri di carbonio, evitando così che l’intenso aroma di questa varietà si estenda per tutto il quartiere.

Gli effetti di questa varietà, a predominanza indica, sono particolarmente stimolanti. È ideale per un uso quotidiano e attività creative, visto che l’effetto della Bubba’s Gift di solito termina con un rilassamento fisico leggero. Se vuoi comprare semi di canapa di buona qualità visita la pagina web di Humboldt Seeds Organization: i suoi breeders creano nuove varietà selezionate e si avventurano verso nuovi orizzonti nel mondo della cannabis. Con amore dalla California!

Le 10 migliori varietà Dinafem per la tua coltivazione indoor

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La coltivazione indoor è molto più complicata di quella outdoor, però offre moltissimi vantaggi. Da un lato permette di avere le riserve piene di cime di per tutto l’anno, poiché non dipende dalle stagioni. Dall’altro lato essendo una forma di coltivazione più discreta, con il montaggio adeguato di un’installazione, si possono evitare le denunce dei vicini. Tutte le piante del nostro catalogo sono adatte sia alla coltivazione outdoor che indoor, anche se qualcuna per natura si adatta meglio alla coltivazione indoor. Sei ancora in tempo per organizzare un cultivo indoor prima dell’arrivo dell’estate. Qui parliamo dei nostri 10 migliori semi per il cultivo indoor.

FEMMINIZZATE
I semi femminilizzati hanno una garanzia di raccolto del 100%, non soffrono problemi di ermafroditismo e per questo motivo sono diventate le regine indiscusse del mondo cannabico.

Critical 2.0: questa genetica riunisce indubbiamente un connubio di qualità che l’hanno resa una delle più richieste al mondo.
È la più veloce e produttiva per quanto riguarda il rapporto grammi/giorni di coltivazione. Inoltre, il suo potente aroma, un intenso sapore con delle note di limone, pino e spezie, fa sì che sia una delizia anche per i palati più esigenti.


Bubba Kush
 e Purple Afgan Kush:
queste due bellezze esotiche sono delle candidate perfette per la coltivazione indoor perché grazie alla loro predominanza indica hanno una crescita verticale moderata e assumono una forma compatta, una qualità che le rende più maneggevoli. Ricordiamo che quando si coltiva indoor lo spazio è limitato, e un problema comune è che se il coltivatore non ha esperienza con la varietà che ha piantato e non sa fino a che punto e con che velocità cresce la suddetta genetica, le piante possono arrivare ad allungarsi troppo e l’armadio può risultare piccolo. Queste due specie di marijuana sono le indiche più pure del nostro catalogo e, inoltre, offrono un altro vantaggio importante: il loro periodo di fioritura è corto (50-55 giorni).

AUTOFIORENTI
I semi di cannabis autofiorenti son la scelta più adatta per la maggior parte dei coltivatori italiani. LA velocità e la facilità sono i punti forti di questo tipo di semi che fino ad ora hanno avuto una fama opposta di essere meno produttive e con meno cannabinidi. Il duro lavoro dei nostri breeders dopo più di 8 generazioni è riuscito ad elaborare delle automatiche che non hanno niente da invidiare alle femminilizzate.

Critical + 2.0 Auto: è la più venduta del nostro catalogo perché i fiori hanno una qualità molto particolare, sono germogli molto sodi, densi con molti pistilli aranciati e soprattutto con un sapore molto intenso con delle note di limone.

 

 

Moby Dick XXL Auto: questa varietà si mette in evidenza per la sua alta produttività, una qualità molto apprezzata dai coltivatori che vogliono ottimizzare i loro raccolti in un periodo di tempo breve.

 

 

Bubba kush Auto: consigliamo questa varietà perché il suo sapore è spettacolare, molto marcato e forte (con delle note di petrolio e terra), oltre al fatto che fornisce un effetto rilassante e duraturo. Inoltre, garantisce il vantaggio della velocità, in quanto autofiorente.

 

 


CBD

Le varietà ricche di CBD hanno fatto irruzione nel mercato per modificare e ampliare le abitudini di consumo. Una nuova tendenza che consente di godere degli effetti della cannabis in modo più sostenibile ed equilibrato. Se sei tra quelli che preferiscono un effetto che non interferisca con le attività di tutti i giorni e che non provochi il caratteristico effetto psicoattivo tipico delle varietà con alti contenuti di THC, questi sono i nostri consigli.

Haze Auto CBD: una campionessa che riunisce varie qualità che la rendono un gioiello unico. Da una parte, essendo una varietà autofiorente, la velocità è garantita, dall’altra è ricca di CBD, cosa che fa sì che il suo effetto sia molto più gradevole ed equilibrato.

 

 


Bubba Kush CBD
 e OG Kush CBD:
 queste due varietà, oltre ad avere le proprietà e l’effetto equilibrato offerte dalla varietà ricche di CBD, sono un’opzione eccellente per l’auto coltivazione indoor in virtù del loro impressionante sapore.

 

 

Amnesia CBD: è una potenziale candidata per essere la sovrana delle stanze da coltivazione grazie alla sua grande capacità di produzione che, abbinata ai benefici del CBD (che regala un effetto sostenibile e compatibile con le attività di tutti i giorni), la rende una fuoriserie.

 

 

 

 

a cura di Dinafem Seeds Team

Come combattere l’inquinamento indoor

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Si stima che durante l’intero arco della nostra vita passiamo in media il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi. Sappiamo anche che l’aria che respiriamo in questi luoghi può arrivare ad essere fino a cinque volte più inquinata di quella esterna.

Da qui nasce Molekule. Molekule è il frutto di una startup che ha messo al primo posto l’inquinamento indoor e il relativo trattamento dell’aria che respiriamo.

Attraverso un sistema di filtri ricoperti di nanoparticelle vengono catturati tutti i componenti nocivi presenti nell’aria e scomposti in elementi innocui attraverso una reazione catalitica attivata da un fascio di luce LED.

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fonte: iocambioilmondo.it


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